Luca Trentini durante una manifestazione a difesa dei diritti LGBT |
Matrimoni omosessuali,
lotta all’omofobia, inclusione sociale, estensione degli stessi
diritti civili a tutti i cittadini... Tematiche importanti che è
giusto compaiano tra le priorità politiche del nostro Paese. Luca
Trentini, Segretario uscente dell’Arcigay nazionale e Consigliere
nazionale di Orlando, il Comitato Territoriale Arcigay di Brescia,
ci racconta la Desenzano LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual and
Transgender).
Lei conosce la
situazione della comunità LGBT di Desenzano del Garda? A suo parere
come si può definire?
Indubbiamente nel
panorama LGBT bresciano Desenzano appare un’ isola felice,
caratterizzata dalla presenza di molti spazi di aggregazione dedicati
alla comunità e ad una certa vivacità che si traducono in una
grossa attrattiva di carattere turistico per la comunità LGBT
dell'intero Nord Italia. In tale contesto anche la visibilità e la
presenza delle persone e delle famiglie LGBT appaiono piuttosto forti
in quel contesto.
La comunità LGBT
secondo lei è ben integrata o subisce discriminazioni?
Credo che nel
complesso Desenzano non si sottragga alla complessità della
situazione nazionale. Se da un lato la comunità LGBT appare ben
integrata nel complesso della società, tuttavia non mancano sacche
di intolleranza e di discriminazione, che sono spesso anche
conseguenza di una maggiore visibilità delle persone omosessuali e
trans. La strada per la piena inclusione sociale è ancora assai
lunga e il pregiudizio è ancora ben presente in un'ampia fascia di
sub cultura che stenta a morire. Desenzano è sicuramente un contesto
maggiormente aperto, in virtù anche della sua tradizione di
accoglienza legata al turismo, ma non si può dire che lesbiche, gay
e trans siano appieno inseriti come variabile sociale fra le altre.
Il problema è politico e culturale.
Nel caso fosse a
conoscenza di qualche episodio grave di discriminazione a Desenzano e
dintorni ai danni di una persona omosessuale, ci può fornire un
esempio?
Nel corso degli anni
sono stati molti gli episodi di discriminazione legati soprattutto
alla forte presenza di spazi aggregativi dedicati alla comunità
LGBT. Per fortuna pochi di questi si possono definire gravi. Tuttavia
in nessuno di questi casi si è arrivati a formalizzare una denuncia.
In assenza di una legge anti discriminatoria dedicata alla nostra
realtà le persone LGBT preferiscono lasciar correre e non rivolgersi
alle autorità competenti. E' il caso delle molte multe per
travestitismo comminate da un comune della gardesana che ancora
applica una norma dello statuto albertino, o di alcuni atti di
violenza verbale subiti da alcune coppie omosessuali. Non
dimentichiamoci poi la realtà triste del bullismo scolastico, una
vera piaga per tutta la nostra provincia.
Un suo parere sui
locali gay della zona: come li considera?
L'offerta
aggregativa della riviera gardesana è sicuramente molto alta e ben
qualificata. Oltre alla famosissima discoteca Artclub, un bar
dedicato come il Sisìpub e una sauna come lo Splashclub rendono più
che completa l'offerta aggregativa riservata alla comunità LGBT a
Desenzano, con un livello di eccellenza riconosciuto in tutto il
nord Italia. Ad essi si aggiunge poi la presenza storica di un locale
come il Desigual a Lonato del Garda. Tuttavia sono le spiagge del
lago di Garda ad attirare nei mesi estivi la comunità LGBT che
risulta essere molto affezionata ala riviera gardesana. Prova ne è
la nascita di un sito dedicato al turismo LGBT come www.gardagay.com e
l'interesse dimostrato da molte realtà commerciali a questa fetta di
mercato.
L’omofobia nel
bresciano e a Desenzano a suo parere è forte? Cosa si potrebbe fare
per combatterla?
La realtà bresciana
appare essere ancora molto chiusa nei confronti del mondo LGBT, anche
se molte cose, per fortuna, stanno cambiando. E' del tutto evidente
che ci si deve muovere su due piani: quello politico e quello
culturale. La politica ha il dovere di mandare segnali di inclusione
sociale verso questa fetta di cittadine e cittadini. Non basta
muoversi solo in emergenza, magari esprimendo solidarietà dopo atti
di aggressione, serve prevenire e attuare politiche concrete per
colmare il divario che secoli di pregiudizio hanno scavato fra
popolazione LGBT e resto della società. Credo che le amministrazioni
locali dovrebbero combattere ad ogni livello l'omofobia con azioni
mirate nelle scuole, con campagne di sensibilizzazione e sportelli di
tutela verso ogni genere di violenza e discriminazione. Sotto il
profilo culturale spetta invece a ciascuno di noi costruire una
società dove tutti siano liberi di esprimere se stessi. Si tratta di
rifiutare nel quotidiano, quei piccoli grandi gesti, parole, azioni e
comportamenti che perpetuano una cultura discriminatoria. La società
siamo noi che la viviamo e sta proprio a tutte e tutti renderla un
luogo accogliente verso ogni diversità.
La bandiera di Arcigay |
Il termine cultura
LGBT ha una larghissima accezione. E' l'insieme di tutto ciò che
esprime una comunità specifica e una minoranza sociale come la
nostra, caratterizzata da un differente orientamento sessuale o
identità di genere. Come Arcigay da 19 anni cerchiamo di promuoverla
in ogni contesto, a Brescia e in provincia, con presentazione di
libri tematici, incontri con l'autore, mostre fotografiche e
pittoriche, cineforum e rassegne cinematografiche, diffusione di
materiale specifico, campagne sociali, video tematici. Direi che è
l'obiettivo principale della nostra attività politica: spalancare le
finestre sul nostro mondo, farci conoscere per quel che siamo e
contribuire così alla cultura delle differenze, all'abbattimento
degli stereotipi e alla strutturazione di una società inclusiva.
Parliamo di diritti:
perché la comunità LGBT vuole il matrimonio e cosa si può fare per
sensibilizzare la cittadinanza su questo tema?
Si tratta di una
questione sostanziale. La nostra Costituzione riconosce ogni
cittadina e cittadino uguale di fronte alla legge. In virtù di tale
principio di uguaglianza anche le coppie omosessuali (che per inciso
pagano le stesse tasse di ogni altro italiano) desiderano avere
accesso agli stessi identici istituti già garantiti al resto della
popolazione. Ogni altra scelta (istituto dedicato o equivalente,
modelli alternativi) è una lesione al principio di uguaglianza ed
appare come una discriminazione. La libertà di scelta e
l'autodeterminazione delle coppie possono essere reali solo se si
garantiscono a tutte e a tutti uguali possibilità. Credo che la
società, come sempre, sia ben più accogliente e positiva su questo
tema rispetto alla politica. Si tratta di dare corpo e voce a tale
realtà con una maggiore visibilità delle coppie e con un confronto
sociale e politico che affronti i problemi in modo coraggioso. Ed è
necessario che a lottare per tali diritti di libertà e civiltà non
siano solo le persone omosessuali. Se si allargano i diritti stiamo
meglio tutti!
Quali sono le
iniziative che vengono proposte a Desenzano e in provincia di
Brescia?
Le iniziative che
proponiamo come Arcigay sono molteplici. Spaziamo da proposte
aggregative (le cene mensili, gli incontri del gruppo giovani ogni
giovedì pomeriggio, gli incontri in sede il venerdì sera), proposte
culturali (cineforum, presentazione di libri) e impegni di carattere
politico (banchetti di sensibilizzazione, conferenze, incontri,
convegni). Il tutto è reperibile sul nostro sito
www.arcigaybrescia.it
o sul nostro profilo facebook.
Quali le realtà
associative e di aggregazione della comunità LGBT presenti a
Desenzano e in zone limitrofe?
Oltre agli spazi
aggregativi prima citati, le associazioni LGBT presenti sul
territorio bresciano sono Arcigay che ha la sua sede a Brescia in via
Paitone 42, AGEDO (associazione genitori e amici degli omosessuali) e
la squadra di pallavolo delle Iene Volley. Inoltre in questi mesi si
sta strutturando anche un nucleo di Famiglie Arcobaleno (Associazione
di Genitori omosessuali).
Elisa Zanola