• Le contraddizioni della maggioranza



    Immagine estratta dal progetto depositato presso il Comune
    Sono ormai due anni che i cosiddetti PII Tassere e Grezze sono al centro del dibattito politico desenzanese. 
    Per chi non conoscesse la questione, questi Piani Integrati d'Intervento sono due lottizzazioni, approvate dalla precedente amministrazione Anelli, previste in zona Tassere (tra Rivoltella e San Martino) e Grezze, per un totale di oltre 90.000 metri cubi di nuove abitazioni. In cambio di queste concessioni il Comune ottiene oneri di urbanizzazione da destinare alla realizzazione di opere pubbliche, ossia il tanto discusso lungolago desenzanese da circa 5.000.000 di euro, e la nuova scuola elementare per il quartiere Grezze, riguardo alla quale sono state evidenziate diverse criticità. 
    Fin da subito è apparso in modo evidente il tremendo impatto ambientale che questi due PII causerebbero al nostro territorio, pari a sette volte il volume della Torre di San Martino. Tale problema ha sollevato un coro di proteste da parte di numerose forze politiche, associazioni e comitati, che si sono trovati uniti a denunciare questa logica insostenibile di consumo del territorio, anche in mancanza evidente della necessità di realizzare nuove abitazioni.
     Proprio su tali idee, il Partito Democratico, insieme a molte altre forze (tra cui il nostro gruppo “Desenzano in Movimento”), si è trovato a lottare contro questi PII, e a promuovere un referendum comunale consultivo per la loro eliminazione, oltre che sostenere un ricorso al TAR per delle probabili illegittimità. 
    A maggio hanno avuto luogo le elezioni, che hanno visto la vittoria del PD, ma dopo il successo elettorale la nuova amministrazione non si è minimamente preoccupata di incontrare tutte quelle forze politiche e sociali che si sono opposte alle lottizzazioni.Solo a distanza di mesi si è appreso dalla stampa l’intenzione di proseguire con i lavori del lungolago, e di utilizzare gli oneri di urbanizzazione delle Tassere. Tutto questo, ovviamente, ci ha lasciato esterrefatti; difatti sarebbe stato logico se l’Amministrazione, oltre ad incontrarci, avesse revocato i PII con un forte atto di coerenza. 

    Immagine estratta dal progetto depositato presso il Comune
    Il Sindaco Rosa Leso ha risposto che si preferisce non revocare gli atti della passata amministrazione, per evitare il pericolo del possibile pagamento della penale, qualora i privati facessero ricorso. 
    La legge, però, riconosce ad un'ammnistrazione il diritto di revocare un atto amministrativo nel caso in cui riveda la propria valutazione dell'interesse pubblico, ed è per questo motivo che il concetto "penale" risulta erroneo ed ingannevole.  
    Il dovere del Comune si limita all'indennizzo dei privati (legge 241, art. 21 quinquies e successive modifiche), che NON consiste nel risarcimento del danno, La giurisprudenza, inoltre, ritiene che l'indennizzo si limiti al “danno emergente”, e non al “lucro cessante”, ovvero al guadagno totale previsto dall'operazione immobiliare. Elemento confermato anche dal Consiglio di Stato ed altre sentenze dei tribunali amministrativi.
    Al di là della revoca, è giusto ricordare che ci sono altri strumenti che la legge riconosce ad una amministrazione comunale, come la possibilità di annullamento in caso di autotutela, che non la esporrebbe nemmeno all'obbligo dell'indennizzo. In questo caso basterebbe la presenza di vizi formali o elementi di inadempienza. Sempre in virtù del diritto di autotutela c'è la possibilità di prorogare un provvedimento, e sarebbe utile dal momento che si attende l'esito del ricorso al TAR. Il problema di un possibile risarcimento è stato presente fin dal principio, anche al Partito Democratico; quando si è promosso il referendum comunale, e si sono raccolte le firme, il consiglio comunale aveva già approvato definitivamente i PII Tassere e Grezze (2 novembre 2012), e le convenzioni erano già state stipulate (mese successivo). Si era perfettamente a conoscenza della situazione, anzi tutto ciò non ha impedito al PD di opporsi, e di chiedere un passo indietro su tali progetti, oltre che partecipare attivamente a tutte le iniziative contrarie ai PII. 
    Viene da pensare, dunque, che si siano spese tante forze e parole solo per campagna elettorale, e adesso che si è diventati amministratori, si abbia ipocritamente scoperto l'utilità di questi oneri di urbanizzazione. 
                                                       
    Alessandro Scattolo