• Quei 15km che ci separano dalla Portamb

    La Portamb, nota azienda bresciana che si occupa dello smaltimento di rifiuti speciali e non, ha presentato una rimodulazione di un progetto con proposta di delocalizzazione rispetto a Loc. Cascina San Valentino,per un impianto operante nel trattamento di rifiuti, presso la ex cava Florio/Felce a Ciliverghe (Comune di Mazzano)

    Fotografia satellitare con indicata la zona designata alla costruzione del nuovo impianto
    La regione ha avvito una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che sembrerebbe riferirsi a un progetto per il solo trattamento di rifiuti non pericolosi in disaccordo con quanto viene dette nella relazione tecnica d'impatto redatta dalla stessa Portamb. La possibilità che un impianto di 130.000 mq venga costruito in una zona già altamente compromessa da innumerevoli aziende che operano nello smaltimento di rifiuti, nella produzione di materiali edili o nel settore metallurgico, risulta traumatico. 
    Alta densità di strutture potenzialmente inquinanti nel raggio di 2 e 5 km
    Grazie ai dati presenti nella sezione dedicata al progetto presente sul sito del Comune di Mazzano possiamo approfondire in maniera molto dettagliata quali sono le ripercussioni che una struttura di tali dimensioni avrebbe sul territorio comunale di Mazzano e zone limitrofe. 
    Il numero esorbitante di documenti consultabili può risultare dispersivo e disinvogliare qualcuno nell' approfondire la questione; di seguito ho cercato di riassumere, nel modo più semplice e conciso possibile, la situazione attuale.

    Il progetto presentato prevede la costruzione di un impianto in grado di gestire 300.000 ton/annue di rifiuti non pericolosi derivanti da scarti inerti di materiali edili e metallurgici e 300.000 ton/annue di rifiuti cosi' detti "speciali" classificati con un alto indice di pericolosità e di tossicità.
    L' impianto sorgerebbe in una zona che viene identificata dal PGT come "E1 agricola produttiva" + "Aree non soggette a trasformazione urbanistica " a solo 500 metri dalla prima abitazione e a 1.5km dal centro abitato di Ciliverghe risultante essere un area ad densità abitativa discretamente alta.
    La necessità di salvaguardare le zone di produzione agricola e di fermare l' abuso e lo sfruttamento del territorio che ha caratterizzato la regione Lombardia e in particolare la provincia di Brescia(che risulta essere una delle province maggiormente cementificate) in questi ultimi 25 anni deve essere una priorità non trascurabile.

    Distanza del complesso e classificazione area tratta dalla relazione tecnica dell' azienda Econord  Ambiente SRL
    Il trattamento dei rifiuti prevede lo stoccaggio, il recupero e la produzione di nuovi prodotti; i processi e i sotto processi di lavorazione prevedono trattamenti atti alla stabilizzazione chimico fisica effettuata con materiali potenzialmente pericolosi e dall' alto costo energetico che contribuirebbero alla produzione, su scala locale e globale, di PM10 e inquinamento atmosferico.
    Uno dei processi produttivi della futura Portamb
    Grazie alle rilevazioni ambientali effettuate, emerge una situazione drammatica con un alto tasso di inquinamento dovuto non solo alle conosciutissime PM10,ma anche a composti chimici meno conosciuti, ma non per questo meno dannosi, come NO2( l' NO2 ha rilevanza tossicologica: provoca irritazione della porzione distale dell'apparato respiratorio,con conseguente alterazione delle funzioni polmonari,bronchiti croniche, asma ed enfisema polmonare) e COV (composti organici volatili) 

    L'alta percentuale di PM10 presenti nell' aria sarebbe aggravata ulteriormente sia a causa del traffico veicolare indotto sia per le attività di produzione e lavorazione vere e proprie 
    I dati presenti nella relazione tecnica in nostro possesso , forniti dalla Econord Ambiente Srl incaricata dalla stessa Portamb,risultano essere esclusivamente delle previsioni che potrebbero rilevarsi sottostimate. I recettori di rilevazione delle PM10 e delle altre sostanze inquinanti sono posti entro un raggio massimo di 5km dalla zona designata per la costruzione dell' impianto e non ci permettono di capire quale sarebbe il reale impatto che lo stabilimento potrebbe avere su una porzione geografica relativamente ampia. 
       
    Le criticità ambientali che deriverebbero dalla costruzione dell' impianto non riguarderebbero solo l' inquinamento atmosferico ma anche quello acustico e idrogeologico.
    L' impianto prevede una cava profonda 22 metri che potrebbe compromettere,in modo irreversibile,falde acquifere sottostanti come emerge dal seguente grafico tratto dalla relazione tecnica del Ing. Giuseppe Magro redatta nel Febbraio 2012:

    Potenziale rischio di inquinamento della falde acquifere sottostanti
    Dalla stessa relazione tecnica emerge che le valutazioni di rischio di inquinamento ambientale siano state fortemente sottostimate sopratutto per quello che concerne i rischi sanitari e ambientali dovuti alla varietà e disomogeneità delle sostanze coinvolte nei processi produttivi.
    Risultati analoghi si riscontrano anche nella relazione tecnica effettuata per conto della Portamb dall' azienda Indam che ha per oggetto la qualità dell' aria e gli agenti chimici e nella quale vengono analizzati una gran quantità di sostanze come Metalli pesanti (Pb, As, Cd, Ni), PM10,IPA,Ossidi di Azoto e BTEX.
    Di seguito riporto le tabelle più interessanti tralasciandone numerose altre di scarsa rilevanza presenti nella relazione della quale consiglio una lettura parziale.

    Solo 15km ci separano dalla zona designata per la costruzione del nuovo impianto di smaltimento e stoccaggio di rifiuti. Il grave impatto ambientale che lo stabilimento in questione produrrebbe riguarda anche la città di Desenzano e il suo territorio che sarebbe inevitabilmente coinvolto in un ulteriore stress ecologico di discreta rilevanza ambientale.Impianti per il trattamento di rifiuti pericolosi con una capacità produttiva molto elevata,come quello voluto dalla Portamb,andrebbero ubicati in zone che presentano una bassa densità abitativa il più lontano possibile da attività umane per ridurre al minimo i rischi di carattere sanitario.
    Apprendiamo da un recente articolo del Corriere che la Portamb non sembra essere un' azienda molto trasparente, condizione assolutamente necessaria per aziende che lavorano nel campo dello smaltimento di rifiuti pericolosi e nocivi, tanto che il nome dell'azienda viene fatto da un indagato del caso-Nicoli. Nella recente inchiesta sullo smaltimento di scorie lungo la Brebemi Walter Rocca (indagato, responsabile dell'impianto trattamento rifiuti di Calcinate) al telefono spiega come «il materiale per il quale era giunta la lamentela da Brebemi fosse di provenienza della Portamb di Mazzano»

    I cittadini si sono mossi per dar vita un Comitato promotore NO Portamb che grazie all' appoggio del comune e di una buona fetta della popolazione della zona ha iniziato a raccogliere firme per la "Petizione NO Portamb" con l' intento di sensibilizzare l' opinione pubblica e di dare visibilità alla drammatica situazione ambientale che interessa gran parte della zona di Brescia est.
    Se anche tu vuoi firmare la petizione di iniziativa popolare puoi contattare lo stesso DIM o rivolgerti al Comitato NO Protamb.
    Di seguito troviamo un interessantissima intervista realizzata da DIM a un portavoce del Comitato che ci spiega cos'è il "No Protamb" e dove e come aiutarli con la raccolta firme:




    Alberto Stefanelli