• Navigarda: una questione sottovalutata


    Andromeda, una dei battelli della Navigarda
    La Gestione Governativa Laghi, di cui fa parte Navigarda, è un ente governativo finalizzato, per legge dello Stato, alla gestione della navigazione pubblica di linea sul lago di Garda.
    La Navigarda nel 2011 ha trasportato ben 2,3 milioni di persone, ma ora il servizio è a rischio. La direzione d'esercizio deve infatti ora fare i conti con pesanti tagli inflitti alla gestione governativa della navigazione pubblica sui laghi di Como, lago di Garda e lago Maggiore.
    Nonostante l’importanza del trasporto pubblico lacuale, il governo con la legge finanziaria del 2009 ha diminuito le risorse necessarie per coprire i costi di gestione, che negli ultimi anni si sono assestate sui 26 milioni di euro.
    A causa della legge di stabilità del 2011 del governo Berlusconi, che ha stabilito un dimezzamento dei finanziamenti (50%, pari a 13 milioni di euro) l’azienda si è trovata nel 2012 a tentare di riorganizzarsi per affrontare le rilevanti difficoltà e garantire il migliore servizio possibile con le poche risorse disponibili.
    Con il nuovo orario primaverile, infatti, possiamo osservare fin da subito le restrizioni rispetto all’anno scorso. Le corse sono state ridotte addirittura del 20% e da 5.495 diminuiscono a 4.375, con la soppressione della linea traghetto tra Limone-Malcesine.
    Sono 40 i lavoratori stagionali che rischiano di stare a casa, e non si parla di ragazzi che fanno la stagione, ma di persone con una certa professionalità e grande esperienza.
    A peggiorare la situazione si è aggiunta l’abrogazione dell’esenzione dal pagamento dell’IVA, che obbliga Navigarda a pagare allo Stato l’imposta per l’acquisto del carburante e dei materiali di consumo della flotta, situazione del tutto contraddittoria e paradossale dal momento che l’azienda è di proprietà del Ministero dei Trasporti.
    La possibilità concessa negli ultimi anni di utilizzare gli avanzi di gestione degli anni precedenti non è sufficiente per affrontare le spese necessarie all’erogazione del servizio.
    Purtroppo un simile intervento non è stato attuato per mancato accordo tra le regioni, nonostante fosse stato predisposto già nel 1997 con decreto legislativo ed i fondi sono andati persi.
    La soluzione non è stata concretizzata, mentre risulta ovvia l’importanza del trasporto pubblico lacuale, non solo per il settore turistico, ma anche per la mobilità sostenibile (tanti passeggeri significa molte meno automobili in circolazione nelle già trafficate strade gardesane).
    Le amministrazioni locali, però, sembrano ignorare completamente il problema e nonostante i comunicati stampa emanati da Navigarda e gli orari del servizio già pubblicati, non si è ancora potuto leggere una presa di posizione pubblica da parte dei sindaci del Basso-Garda che forse non si sono ancora resi conto delle pesanti conseguenze per i cittadini e per tutti gli operatori economici del lago (albergatori, ristoratori, commercianti, ecc…).
    Sono i comuni, difatti, i primi a soffrire di una carenza del servizio per il quale non mettono neanche un soldo, ed è per tale che motivo che prima di tutto devono essere loro a muoversi sul piano politico e protestare con il Governo e con il Ministro Passera affinché le esigenze del territorio vengano ascoltate.
    Il problema sollevato dall’azienda, oltre a non dovere essere sottovalutato, deve essere affrontato con urgenza prima che si verifichino ulteriori riduzioni dei servizi per l’orario estivo.
    Una soluzione stabile richiede tempo, visto che per risolvere il problema è necessario muovere meccanismi e aprire tavoli di lavoro che coinvolgano territori e competenze diverse e, nel frattempo, è necessario comunque ripristinare le risorse per garantire un adeguato servizio pubblico senza pesanti tagli.
    Per ora dal punto di vista degli amministratori locali tutto tace, mentre il tempo passa e una nuova stagione turistica è alle porte.


    Comunicato Stampa di Alessandro Scattolo tratto dal n°18 del Corriere del Garda